La Danza Etnica in Sicilia

Tarantella: Storia e Leggenda

La danza ha sempre caratterizzato la cultura di un popolo, perché ripropone attraverso la gestualità gli esempi comportamentali di vita che fanno parte della stessa. Una delle danze più caratteristiche in questo senso è la tarantella, fenomeno culturale che attraversa tutta l'Italia meridionale. Questa antica danza popolare, con radici nella cultura araba, pare sia nata a Taranto ed è da sempre avvolta di un alone magico religioso, rientra nella tante volte discussa musico-terapia.

Esistono diverse forme di tarantella e spesso questa viene accomunata alla tammorriata che però in realtà si differenzia per una questione di ritmo e per il fatto che se la prima è un ballo eseguito da una sola persona, la tammorriata viene danzata da una o più coppie. La tarantella secondo alcuni prende il nome dalla città di Taranto, città che la vide nascere anche se per molti deriva da tarantola, il ragno dal cui morso si guarirebbe solo attraverso questo ballo che con i suoi movimenti frenetici aiuterebbe ad espellere attraverso la sudorazione il veleno di questo insetto. La Pizzica tarantata (altro nome della tarantella) è particolarmente diffusa nel Salento dove, ogni anno, il 29 giugno alle cinque del mattino, a Galatina (Lecce), nella cappella di San Paolo si ripete il rito di guarire i "tarantolati". La tradizione narra che San Paolo sostò a Galatina durante il suo viaggio di Evangelizzazione e fu ospitato nella dimora chiamatasi in seguito "Casa di San Paolo".

Riconoscente per l'ospitalità ricevuta il Santo diede al padrone di casa ed ai suoi discendenti il potere di guarire coloro che fossero stati morsi da animali velenosi. Sarebbe bastato far bere l'acqua del pozzo che si trovava all'interno della casa e tracciare il segno della croce sulla ferita. Dove originariamente c'era la "Casa di San Paolo", fu eretta una cappella nella cui sagrestia c'è un pozzo murato contenente l'acqua miracolosa. Il rito della tarantata era molto particolare: il tamburello suonava a ritmo frenetico e una donna si dimenava per terra, quindi attingeva l'acqua con un secchio dal pozzo, facendo attenzione a non guardare il fondo. Successivamente doveva berne moltissima fino a vomitarla tutta nel pozzo dal quale facevano capolino dei serpenti che cercavano di colpire la donna. A questo punto, chiusa l'imboccatura con un coperchio, colta da una terribile debolezza cadeva stremata a terra. Con la fine della cerimonia, il rituale poteva considerarsi concluso.

Ballu a chiovu

Tarantella tipica, eseguita durante il periodo della mietitura. I contadini si riunivano sull’aia, alla fine della faticosa giornata di lavoro nei campi e dopo cena, al suono degli strumenti arcaici, eseguivano questo ballo che è detto “chiovu”, in quanto i piedi, con una sorta di saltarello, battono sempre sullo stesso punto.

Fasola della tubbiana

Tarantella tipica, eseguita assieme al canto “Carnascialata dei pulcinelli”, durante il periodo di Carnevale.

‘U roggiu

Ballo tipico, eseguito, come il “Ballu a chiovu”, sull’aia, durante il periodo della vendemmia.

Jolla

Danza antichissima, eseguita alla fine del lavoro durante le feste di paese. Essa era molto diffusa tra i pecorai, il quale prendeva il nome di “lùpulu”, ma con figurazioni diverse.

'U nozzu

Danza tipica, eseguita alla fine del canto ‘u toccu, motivo che viene effettuato da un gruppo di uomini, davanti a dei boccali e bicchieri di vino, mentre giocano a carte ed a morra, e successivamente per corteggiare le loro donne improvvisano questa danza che è un connubio tra valzer e tarantella siciliana. Fasola:Ballo eseguito, come il “ballu a chiovu”, durante il periodo della mietitura, per ringraziare il signore per il buon raccolto avuto nella stagione.

Contradanza

Ballo tipico, su passo cadenzato francese, effettuato durante il Carnevale, le feste di paese, e principalmente nelle feste nuziali. E’ una danza comandata, dove i partecipanti eseguono delle figurazioni, sotto i comandi del “caposala”.

Lanzet (o Danzet)

Ballo risalente, probabilmente, ai primi dell'800. In Sicilia questa danza è molto più diffusa nella zona di Tortorici nella Provincia di Messina, dove veniva ballata dai pastori a coppie solo da uomini, quando partivano per la transumanza.

Scotis

Danza in coppia legata facente parte dell'ampia famiglia di polke figurate. Comparsa verso il 1830 nelle regioni tedesche col nome di schottische , anche se pare che i siciliani lo abbiano conosciuto quasi sicuramente nel periodo della presenza austriaca in Sicilia 1720-1735. La danza può essere eseguita a coppie e, addirittura, con un una variante a tre dove l'uomo sta al centro e tiene le donne con due fazzoletti. Sono state documentate alcune decine di scotis (il ballo è detto anche con molte varianti lessicali).